I nostri gestori di fondi azionari ci parlano degli elementi su cui gli investitori dovrebbero a loro avviso focalizzarsi quest’anno.
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Le prospettive per l'azionario globale rimangono ragionevolmente rosee, anche se molti mercati si attestano su livelli record dopo aver registrato rialzi straordinari nel 2017.
Anche se i tassi di interesse e i rendimenti obbligazionari crescenti potrebbero rappresentare un ostacolo per i corsi azionari, è bene ricordare che le banche centrali stanno ritirando il loro sostegno per una ragione ben precisa, ossia il rafforzamento della crescita economica. E poiché tale rafforzamento dovrebbe tradursi in un incremento dei profitti, dovrebbe a sua volta sostenere i prezzi delle azioni.
Le prospettive per le azioni europee sembrano particolarmente positive, considerando il rapido miglioramento della performance economica nella regione e un rischio politico a nostro avviso ridotto. Il mercato europeo scambia con un multiplo prezzo/utili futuri (P:E) pari a circa 151 , che risulta tutt’altro che eccessivo, soprattutto considerando che il prossimo anno la crescita economica all’interno dell’eurozona potrebbe superare le aspettative di mercato.
Secondo Edward Kevis, European Equities Fund Manager, le azioni europee del comparto tecnologia rimangono interessanti. “Sebbene i prezzi siano saliti nettamente, c’è spazio per ulteriori plusvalenze grazie all’incessante sviluppo della ‘digital economy’, anche se forse il ritmo sarà più ridotto rispetto a 12 mesi fa”. Kevis guarda inoltre con favore ai titoli industriali, che sembrano in molti casi destinati a beneficiare della continua tendenza verso l’automazione crescente e il miglioramento delle prospettive economiche.
Pur permanendo dei rischi su questo fronte, soprattutto se l’economia mondiale dovesse subire un’inaspettata battuta d’arresto, a suo avviso allo stato attuale tutelarsi contro un’eventualità di questo tipo non è particolarmente utile. Kevis ritiene ad esempio che le azioni delle società più difensive abbiano un valore relativo scarso, considerando i tassi di crescita relativamente ridotti previsti per la maggior parte di esse.
Su altri fronti, le prospettive economiche positive dovrebbero favorire le azioni dei mercati emergenti. Le valutazioni, anche se salite nettamente, continuano a scambiare con uno sconto pari circa al 30 percento rispetto a quelle disponibili sui mercati sviluppati.2 Troppo, soprattutto considerando il ritmo con cui la crescita degli utili aziendali ha superato quella registrata sui mercati sviluppati.
Secondo Will Ballard, Emerging Market Fund Manager, il mercato di Taiwan, con un rapporto P:E futuro pari a 13, appare particolarmente interessante, non da ultimo perché molti degli esportatori del paese dovrebbero beneficiare del rafforzamento della crescita economica globale. Ballard guarda inoltre con favore al mercato coreano.
“Un rapporto P:E pari circa a nove appare allettante, soprattutto se consideriamo che il governo del Presidente Moon Jae-in sta iniziando ad affrontare il problema della corruzione nelle aziende limitando il potere dei cinque principali conglomerati a gestione familiare del paese,” afferma Ballard.
Per contro è importante notare che il rally registrato dalle azioni dei mercati emergenti è stato in larga parte trainato dalla Cina, nello specifico da alcune delle principali aziende tecnologiche del paese. “La loro posizione dominante come fonte di rendimenti per i mercati emergenti è preoccupante,” afferma Ballard.
Per quanto attiene agli Stati Uniti, il quadro risulta più eterogeneo. Anche se gli utili aziendali sono saliti nettamente, le valutazioni azionarie appaiono elevate rispetto ad altre regioni. Ciononostante, all’inizio dell’anno i titoli statunitensi saranno probabilmente supportati dalla prospettiva dei tagli fiscali.
Richard Saldanha, Global Equities Fund Manager, apprezza i titoli finanziari “considerando che il presidente entrante della Federal Reserve Jerome Powell favorisce una regolamentazione del settore meno rigida”. Questo potrebbe consentire ai finanziatori di restituire più capitale agli azionisti, tramite dividendi e riacquisti di azioni.
Per contro, settori come telecomunicazioni e retail rimangono sotto pressione, secondo Saldanha. E se i tassi di interesse dovessero salire più velocemente del previsto, le società fortemente indebitate, in particolare nel settore delle small cap, potrebbero essere vulnerabili.
Le prospettive per le azioni britanniche sono offuscate dal clima politico e dall’outlook economico incerti, anche se rimangono alcune opportunità su base selettiva. Secondo Trevor Green, UK Equities Fund Manager, le azioni dei colossi del petrolio rimangono interessanti considerando l’entità dei riassestamenti a livello di bilancio.
“Con gli scrip dividend riconvertiti in dividendi liquidi, le azioni offrono rendimenti interessanti. Il prezzo del petrolio ha evidenziato un netto rally dall’estate e le quotazioni azionarie sono rimaste molto indietro, il che apre un’opportunità per gli investitori”, afferma Green, aggiungendo che il Regno Unito è sede di alcuni leader mondiali nel settore della tecnologia, di entità differenti, alcuni dei quali continuano a rappresentare investimenti interessanti in un orizzonte di lungo periodo. Secondo Green, quando si investe in aziende orientate al consumo, le caratteristiche chiave da ricercare rimangono potere di determinazione dei prezzi, marchi in crescita e capacità di difendere i margini lordi.
Fonti
1 Fonte: Bloomberg, Morgan Stanley
2 Fonte: Bloomberg, stime Aviva Investors