Nei prossimi decenni le città dovranno affrontare sfide impegnative, tra cui lo sconvolgimentodigitale, la gestione della popolazione e il cambiamento climatico. Il modo in cui si adattano a queste pressioni ne determinerà le città vincenti – e perdenti – del futuro.

Auto a levitazione sfrecciano in un’atmosfera caliginosa, schivando le scorie che fuoriescono dalle ciminiere. A livello della strada, i passanti si fanno largo nel traffico, usando ombrelli allontanare le piogge acide. I ‘replicanti’ di ingegneria genetica si muovono furiosi tra i grattacieli illuminati al neon.

Il film di fantascienza di Ridley Scott, Blade Runner, pubblicato nel 1982 e ambientato nel 2019, illustra graficamente i rischi che prevedono come saranno le città del futuro. Ora che abbiamo raggiunto l’anno del film, alcune delle sue previsioni sembrano curiose or bizzarre. Le auto a levitazione sono ancora un'utopia. L'intelligenza artificiale non si è ancora ribellata contro i suoi creatori umani.

Tuttavia, sotto altri aspetti, Blade Runner ora sembra essere spaventosamente presciente. I centri urbani faticano a rispondere alle popolazioni in rapida crescita e agli effetti precoci del cambiamento climatico, proprio come la Los Angeles immaginata nel film. Le fotografie delle moderne città cinesi – con i loro viali affollati, gli enormi uffici e i cieli inquinati – spesso assomigliano a scene del film.

Nei prossimi anni le sfide della densità di popolazione, della scarsità delle risorse e del vertiginoso aumento delle temperature diventeranno solo più pressanti, mentre l'introduzione delle nuove tecnologie digitali potrebbe scatenare ulteriori turbolenze. Per le città che hanno, tuttavia, i mezzi per evolversi e adattarsi, il futuro sembra più promettente della visione pseudo-utopica della fantascienza.

Il futuro è complesso

In un certo senso, le città si trovano oggi di fronte a moderne variazioni di problemi già presenti sin dai più antichi insediamenti umani. Riunire un gran numero di persone in un unico luogo procura enormi vantaggi sotto il profilo culturale, scientifico ed economico, ma allo stesso tempo ha i suoi lati negativi.

“L’intera storia delle città può essere compresa in termini di esternalità, positive o negative”, afferma Chris Urwin, direttore globale della ricerca sui beni  reali di Aviva Investors.

“La concentrazione di molte persone in un unico luogo aumenta la produttività e la crescita dei carburanti. Tuttavia le città hanno sempre lottato contro malattie e criminalità e ora devono affrontare problemi di sostenibilità. Il compito principale dei responsabili dell’arena politica e degli sviluppatori è garantire che le esternalità positive superino quelle negative”.

Questo compito sta diventando sempre più importante, considerato che l’urbanizzazione del pianeta procede a un ritmo senza precedenti. Secondo le Nazioni Unite, il 55 per cento della popolazione mondiale vive ora in aree urbane e questa percentuale è destinata ad aumentare al 68 per cento entro il 2050, 2,5 miliardi di persone in più. Altre stime della Commissione europea – che definisce differentemente ciò che è “urbano” – rendono queste cifre molto più elevate.1

Il tasso di variazione sarà tuttavia molto discontinuo (cfr. figure 1 e 2). Alcune città continueranno a crescere a ritmo sostenuto, mentre molti centri urbani più piccoli si spopoleranno lentamente, soprattutto nelle economie avanzate caratterizzate dall’invecchiamento demografico. Gli esperti hanno definito questa tendenza “metropolizzazione” o, più comunemente, “complessità”. Le principali città stanno accumulando sempre più talenti e risorse, mentre quelle ritardatarie indugiano.2

Figure 1
L’ascesa delle nuove tecnologie urbane creerà vincitori e vinti per le aziende.

Il processo è destinato ad accelerare nei prossimi anni, giacché i leader sembrano meglio attrezzati ad attenuare le esternalità negative dell’urbanizzazione sfruttando al contempo le nuove soluzioni tecnologiche. Questa dinamica ha importanti implicazioni di mercato: per gli investitori in beni reali diventerà sempre più importante scegliere edifici e progetti infrastrutturali situati in luoghi con elevate potenzialità, mentre l’aumento delle nuove tecnologie urbane creerà vincitori e vinti per le aziende, arrecando rischi e  creando opportunità in tutte le classi di attivi.

Figure 2 Growing urban population

Capitale umano

Di cosa avranno quindi bisogno le città del futuro per stare al passo con la concorrenza? Il primo requisito è che attirino capitale umano. Via via che le economie continuano a spostarsi dalla produzione tradizionale ai settori basati sui servizi, le reti della conoscenza diventeranno più importanti delle catene di fornitura fisica. Le ricerche mostrano che questa tendenza favorisca un gruppo selezionato di città.

Secondo Jonathan Rothwell del Brookings Institution, che ha elaborato i dati OCSE sull’argomento, un piccolo numero di aree metropolitane rappresenta il 93% delle domande di brevetto del mondo, nonostante le stesse costituiscano solo il 23% della popolazione globale.3 Le principali città ricevono inoltre una parte cospicua di investimenti durante la fase iniziale, un fattore che consente loro di sfruttare le innovazioni tecnologiche. Tra il 2015 e il 2017, dieci città hanno attratto una media annuale di 100 miliardi di dollari USA in investimenti in capitale di rischio – oltre il 60 per cento del totale globale, con San Francisco, Pechino e New York in testa da questo punto di vista.4

“La digitalizzazione e la transizione in corso verso i settori dei servizi accelerano il processo di metropolizzazione”, afferma Souad Cherfouh, analista immobiliare europeo or European real estate analyst di Aviva Investors. “Questo ha incrementato la disuguaglianza tra le città. È imperativo che le stesse attraggano settori altamente tecnologici e approfittino degli effetti di concentrazione associati”.

Il recente orientamento economico verso gli investimenti “immateriali” nel design e nel talento creativo sta contribuendo alla metropolizzazione. Come hanno osservato gli accademici Jonathan Haskel e Stian Westlake, questi investimenti favoriscono gli agglomerati industriali, in quanto gli attivi intangibili guadagnano valore grazie a sinergie e contaminazioni tra aziende innovative.5 Poiché le società focalizzate sull’intangibile si concentrano nelle stesse aree, raggruppano in questo modo i migliori talenti provenienti da altrove riformando cosí le dinamiche del mercato immobiliare.

L’“economia intangibile” sta già trasformando l’ambiente urbano, in quanto le piattaforme digitali consentono la condivisione di uffici (WeWork), manodopera (Uber) e spazi residenziali (Airbnb). L'aumento dell’ “economia intangibile” sta anche accelerando un'altra tendenza dirompente: l'automazione dei posti di lavoro.

Cherfouh sostiene che le città i cui mercati sono incentrati suuffici competono principalmente a livello di costi e rischiano perdite, giacché l'automazione sostituisce vaste aree di back office, se rapportate a città dell'Europa orientale come Varsavia particolarmente vulnerabili. Al contrario, le aree che vantano università di alta qualità e crescenti agglomerati tecnologici, di cui molti in Europa, come Parigi, Copenaghen, Londra e Cambridge, dovrebbero riuscire a gestire la or far fronte alla   rivoluzione digitale.

Infrastrutture efficienti

Attrarre capitale umano non significa solo offrire opportunità di lavoro e un'istruzione di alta qualità, ma creare un ambiente in cui le persone si sentano sicure, comode e ben connesse. A tal fine, le città in rapida crescita dovranno garantire la disposizione di infrastrutture per accogliere comodamente un numero crescente di persone.

“Un’infrastruttura di alta qualità sarà importante, così come lo saranno le nuove tecnologie che consentono la trasmissione di informazioni, basti pensare alle Applicazioni (mobile apps) che le autorità possono utilizzare per diffondere il sentimento pubblico e informare riguardo alle misure di intervento”, afferma Parag Khanna, autore di “The Future is Asian” ed esperto delle dinamiche dell’urbanizzazione.

birds

Il tipo di infrastruttura necessaria per soddisfare una forza lavoro giovane e di talento dipenderà dalla geografia della città. Molte città costiere, in cui lo spazio ha più valore, stanno cercando di aumentare la capacità nei distretti centrali creando enormi strutture all'avanguardia. La costruzione di grattacieli altissimi, come la Shanghai Tower in Cina, di circa 610 metri, sta diventando più fattibile grazie all’avvento degli “ascensori intelligenti”. Alcuni dei modelli più recenti possono spostarsi orizzontalmente or trasversalmente attraverso i piani, così come su e giù tra essi (v. testo nel riquadro che segue).

Illustration of futuristic person pointing

Mentre alcune città si sviluppano verso l’alto, altre si espandono verso la periferia. Quest'ultima strategia spesso richiede nuovi ambiziosi progetti ferroviari per garantire che i poli commerciali centrali rimangano accessibili ai residenti delle periferie. La ferrovia Crossrail di Londra e il progetto Grand Paris da 30 miliardi di euro – progettato per espandere i collegamenti metropolitani tra il centro della capitale francese e la sua immensa periferia –  ne sono due esempi. Una volta completati, i progetti Crossrail e Grand Paris dovrebbero garantire che Londra e Parigi siano in grado di far fronte all'afflusso previsto di nuovi lavoratori nei prossimi decenni.

“Man mano che le città crescono, pongono sempre piú attenzione ai trasporti locali per migliorare il loro valore economico”, afferma Darryl Murphy, Head of Infrastructure Debt di Aviva Investors. “Se sviluppi una città costruisci le zone residenziali nel centro e possiedi cosí la forza lavoro a portata di mano, oppure se riconosci che la tua forza lavoro vive effettivamente nelle periferie devi fare in modo condurla in città con efficienza. Migliorare i collegamenti con le periferie aumenta la competitività e la produttività di una città stessa”.

Connettività

Per infrastrutture efficienti non si intende solo scavare nuove gallerie e realizzare nuove ferrovie, ma anche migliorare l’efficienza. Le tecnologie digitali possono fornire soluzioni relativamente accessibili in questo settore. Le città principali saranno probabilmente collegate in entrambi i sensi della parola.

Prendiamo la verde città cinese di Hangzhou, dove il gigante tecnologico Alibaba collabora con l’amministrazione municipale ad un nuovo modello per la gestione dei trasporti. Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale per elaborare le informazioni raccolte dalle telecamere del traffico e dai dati GPS dei veicoli, Alibaba è riuscita a modificare e ottimizzare il flusso degli stessi. Prima dell'inizio del progetto, Hangzhou era la quinta città più trafficata della Cina, ora è al 57° posto. I servizi di emergenza sono stati in grado di dimezzare i tempi di risposta.6

I metodi basati sui dati potrebbero essere particolarmente utili per migliorare le reti di trasporto nelle città dei mercati emergenti e in rapida crescita, che possono utilizzare gli “avanzamenti” tecnologici per stare al passo coi tempi, anche se mancano le risorse per costruire da zero nuove infrastrutture fisiche. Alibaba sta attualmente lavorando per ottimizzare le infrastrutture di trasporto di Kuala Lumpur e potrebbe presto espandere la sua piattaforma "City Brain" ad altre città malesi.

Gli investimenti nelle nuove tecnologie urbane hanno superato i 75 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2018.

Anche nelle economie occidentali, la cosiddetta tecnologia urbana rappresenta una grande area di crescita. Secondo le ricerche dell’economista Richard Florida, gli investimenti nelle nuove tecnologie urbane sono aumentati fino a oltre 75 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2018 e la quota di investimento del settore nel capitale di rischio globale è passata dal 13 al 22 per cento. Richard Florida ritiene inoltre che molte tecnologie urbane siano oggi il settore più importante per tali investimenti, superando i prodotti farmaceutici e biotecnologici.7

Anche le aziende tecnologiche statunitensi affermate si stanno attivando, cercando opportunità per partecipare a soluzioni di pianificazione urbana end-to-end. Sidewalk Labs, una societá della casa madre Google Alphabet, sta lavorando ad un quartiere di circa 48.500 metri quadri sul lungolago di Toronto, conosciuto come Quayside, che presenterà un sistema di transito automatizzato.

Tuttavia, il progetto è stato criticato in quanto implica il raccoglimento di enormi quantità di dati dai residenti del quartiere. Ne emerge che le preoccupazioni per la privacy possano limitare la portata delle infrastrutture digitali in alcune città.8 Per alcuni centri urbani, la prospettiva di un'azienda tecnologica che monitori ogni loro mossa è spaventosa quanto quella dei robot ribelli di Blade Runner.

Per dissipare tali timori, le amministrazioni urbane stanno coinvolgendo gruppi di revisione indipendenti per garantire che i dati siano adeguatamente resi anonimi e protetti. Si consideri il progetto “Array of Things” di Chicago, una rete urbana di “nodi modulari programmabili” che fornisce ai cittadini informazioni in tempo reale sui modelli meteorologici locali e sui principali flussi di traffico stradale. L'iniziativa pubblico-privata che gestisce il programma ha nominato il Center for Applied Cybersecurity dell’Indiana University per riesaminare  su base continua l’uso dei dati dei cittadini.9

Sostenibilità

Un'altra caratteristica richiesta alle città future è la sostenibilitá. Questo è importante sia per la pianificazione urbana a lungo termine e la gestione delle risorse, sia per attrarre capitale umano. Un gran numero di ricerche dimostra che la generazione dei Millennials è particolarmente preoccupata per l'impatto delle attività umane sul pianeta e sulla sua salute ed è probabile che scelga luoghi in cui vivere e lavorare tenendo conto di queste preferenze.

Le società riconoscono la necessità di fornire ai dipendenti ambienti verdi e sostenibili.

“Le società riconoscono la necessità di fornire ai dipendenti ambienti verdi e sostenibili in cui lavorare. Questo sta già trasformando l’ambiente costruito”, afferma Urwin.

Le mutevoli richieste dei consumatori, insieme alla prospettiva di una nuova regolamentazione verde nei prossimi anni, forniranno nuovi incentivi alle imprese per rendere i loro edifici efficienti dal punto di vista energetico. Secondo la ricerca CBRE, la quantità di uffici statunitensi certificati come “verdi” o “efficienti” dai principali marchi di garanzia di qualità è ora pari al 38 per cento, in aumento del cinque per cento rispetto a 12 anni fa.10 Riconoscendo un'opportunità, alcuni investitori stanno deliberatamente mirando ad attivi con rating inadeguato con l'obiettivo di migliorarli in modo redditizio secondo questi standard più elevati.

Carlo Ratti, architetto e professore del Massachusetts Institute of Technology, afferma che le tecnologie digitali possono migliorare la sostenibilità anche a livello municipale. “Questo processo è già iniziato e le sue manifestazioni sono presenti ovunque: dall’energia alla gestione dei rifiuti, dalla mobilità alla distribuzione dell’acqua, dall’urbanistica al coinvolgimento dei cittadini”.

La tecnologia intelligente consente alle città di ridurre il consumo di energia e risorse naturali. Si consideri Barcellona, una città che ha subito per molto tempo periodiche carenze idriche: durante l'afosa estate del 2008, fu costretta a importare milioni di litri di acqua potabile. L'introduzione di un sistema di irrigazione alimentato dalla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale ha fatto la grande differenza: il sistema monitora i livelli di umidità del suolo per ridurre il rischio di siccità ed evitare gli sprechi. La bolletta municipale idrica é diminuita del 25 per cento, migliorando la sostenibilità dell'approvvigionamento idrico complessivo.11

Nel lungo termine, le tecnologie digitali che fanno affidamento sull'Internet degli oggetti (Internet of Things, IoT) potrebbero anche migliorare la sicurezza alimentare nelle città. Nuove innovazioni nell'agricoltura idroponica e aeroponica offrono interessanti possibilità per l'agricoltura urbana: utilizzando i dati per monitorare e controllare rigorosamente l'ambiente, questi metodi consentono alle aziende di coltivare piante in spazi stretti e confinati, senza canali profondi del suolo o grandi quantità di acqua corrente.

Le nuove innovazioni nell'agricoltura idroponica e aeroponica offrono interessanti possibilità

Sebbene permangano dubbi sulla portata di questi progetti, i primi segnali sono positivi. La start-up agrotecnica Plenty, nella Silicon Valley sostiene che su un acro di terra si possa ricavare una quantità di prodotti 350 volte maggiori rispetto all'agricoltura convenzionale, utilizzando solo l'uno per cento dell'acqua;12 un dato che lascia intravedere prospettive ottimistiche di città in cui gli edifici – forse torri di uffici abbandonati a causa dell’automazione – sono convertiti in fattorie verticali, con il fogliame che fuoriesce dalle finestre per attrarre api e farfalle.

“Questa tecnologia rappresenta potenzialmente un enorme passo avanti nel miglioramento della sicurezza e della sostenibilità alimentare”, afferma Steve Waygood, Chief Responsible Investment Officer di Aviva Investors. “Riadattando gli edifici ad altri utilizzi per creare ambienti IoT attentamente controllati, con sistemi di retroazione ad anello chiuso, le aziende stanno realizzando nuovi metodi di coltura alimentare. Argomenti da fantascienza, che offrono però speranza per il futuro.”

Resilienza

Man mano che il cambiamento climatico inizierá a rimodellare l'ambiente fisico, le città avranno bisogno di un altro elemento chiave: la resilienza. Nel sequel di Blade Runner, ambientato nel 2049, Los Angeles è protetta da un’enorme barriera contro le inondazioni per infrangere le maree, un aspetto che rispecchia i timori attuali per l’innalzamento dei livelli del mare.

Le città sono esposte a un rischio di alluvione più elevato nell’immediato e le protezioni esistenti mostrano segnali di adeguatezza. Si consideri la barriera del Tamigi a Londra. Costruita per 534 milioni di sterline nel 1980, ci si aspettava che venisse eretta non più di una o due volte l'anno. Ora viene impiegata molto più spesso quando le maree aumentano: nel 2014 la barriera è stata innalzata 41 volte.

La maggior parte delle grandi città si sono evolute in prossimità di canali, fiumi o del mare, come conseguenza del commercio marittimo, e le città costiere in Asia sarebbero particolarmente vulnerabili se il cambiamento climatico dovesse portare a un drastico aumento dei livelli del mare. Le ricerche dimostrano che, se le emissioni di carbonio non vengono ridotte, le temperature globali potrebbero aumentare di sei gradi entro il 2100, una misura più che sufficiente per scatenare disastrose inondazioni in città costiere, da Miami a Osaka a Shanghai. Gli edifici nelle aree più colpite potrebbero non essere più assicurabili.

La prospettiva di copiose inondazioni potrebbe essere lontana decenni, ma le città stanno già adottando misure per rafforzare le loro difese. Investire in barriere anti inondazione come la barriera sul Tamigi è solo un’opzione: nelle province meridionali densamente popolate della Cina, le amministrazioni locali stanno investendo in enormi sistemi di drenaggio e nell’ammodernamento delle infrastrutture urbane per creare le cosiddette “città spugna”, con marciapiedi in cemento permeabili in grado di assorbire l’acqua e attenuare il rischio di inondazioni improvvise.13

Gli urbanisti stanno anche affrontando l’eventualitá che non sia possibile frenare completamente la marea. In presenza di uno sconfinamento degli oceani, città come New York stanno valutando il modo di attrezzare gli edifici a rischio con pannelli e marciapiedi elevati14 e in altre città americane, il rischio di inondazioni ha già rimodellato i mercati immobiliari. Un recente studio dell’Università di Harvard, che ha analizzato i dati risalenti al 1970, ha scoperto che le case sulla costa di Miami ora valgono il 10 per cento in meno di quanto varrebbero se il cambiamento climatico non fosse un problema.15

Urwin afferma che per gli investitori immobiliari sarà sempre più importante identificare e comprendere le loro stesse esposizioni verso regioni a rischio di danni fisiciderivanti dal cambiamento climatico. A livello strategico, potrebbero considerare di spostare i loro portafogli globali dai paesi a rischio (soprattutto quelli che non sono ben posizionati per investire nelle infrastrutture necessarie per proteggerli) e favorire i mercati in cui le implicazioni locali del cambiamento climatico sono meno preoccupanti, come le aree settentrionali di Stati Uniti, Canada e Scandinavia.

Oltre alle minacce fisiche, le città devono essere resilienti di fronte ai rischi per la salute pubblica legati all'inquinamento, cyberattack e al terrorismo. Con tecnologie digitali sempre più integrate nelle infrastrutture urbane, aumenta il rischio che queste tecnologie diventino obsolete e quindi vulnerabili. Come sottolinea Ratti, le città intelligenti dovranno essere “a prova di futuro”. La necessità di proteggere le infrastrutture digitali delle città potrebbe offrire alle società di sicurezza informatica l’opportunità di sviluppare soluzioni.

Governance e pianificazione

Tuttavia, attuare gli adattamenti necessari per mantenere le città attraenti, sostenibili e resilienti è più facile a dirsi che a farsi: molto dipenderà dall'efficacia dei loro modelli di governance. Una questione cruciale è se le città scelgano una pianificazione dall’alto verso il basso o un approccio meno strutturato, in cui un decentramento competitivo e alimentato dalla tecnologia sia il metodo prescelto per generare soluzioni.

L'approccio dall'alto verso il basso è esemplificato dalle città costruite specificatamente  tenendo conto  dellaconnessione e della sostenibilità, come Masdar City nel deserto di Abu Dhabi. Il progetto prevede un sistema di transito autonomo e acri di pannelli solari per ridurre le emissioni di carbonio, tuttavia, al 2019, Masdar assomiglia a una città fantasma, con meno di 2.000 abitanti in un luogo progettato per accoglierne 50.000.16

L'integrazione di oggetti tecnologici intelligenti di piccole dimensioni e di tecnologie per la sostenibilità è più difficile nelle città europee più vecchie, con le loro strade tortuose, un patrimonio storico culturale e rigide leggi di pianificazione. Queste caratteristiche fanno inoltre parte di ciò che rende queste città attraenti sia per viverci che per lavorarci, consentendo alle stesse di conservare il capitale umano su cui si baseranno in futuro.

Khanna suggerisce che la scelta dall’alto verso il basso rispetto a quella dal basso verso l’alto non sia cosí binaria come potrebbe apparire. “Per me si tratta di un ciclo di retroazione a più livelli. E’ facile guardare a paesi come il Vietnam o la Cina e dire che l’approccio dall’alto verso il basso sia quello giusto”. Se ciò fosse vero, perché le città dei paesi democratici in Europa sono ancora le più vivibili/ or quelle in cui si desidera maggiormente vivere?

“Ha a che fare con ricchezza, tecnologia, preferenze politiche, composizione industriale. Non è cosí facile come affermare che se fossimo tutti autoritari il mondo sarebbe un luogo più sostenibile. Non concentriamoci sulla politica e sui regimi, ma sul costo della tecnologia e degli incentivi. Sarebbe il modo corretto di capire cosa sta succedendo”.

Le iniziative di finanza pubblica-privata possono aiutare le pubbliche amministrazioni e le imprese a condividere l’onere – e i premi – dei nuovi progetti. Le autorità cittadine possono, per esempio, monetizzare i dati raccolti dalle tecnologie intelligenti addebitandone il costo alle società che intendono utilizzarli per sviluppare nuove applicazioni, mettendo in atto le tutele necessarie riguardanti la privacy dei dati.

Come evidenziato da un recente studio di ricerca condotto da Deloitte, gli investimenti in infrastrutture intelligenti per le città potrebbero determinare una riallocazione di rischio e rendimento tra il settore pubblico e privato, creando “nuovi accordi di partenariato/or contratti di partnership per gli investimenti front-end e la condivisione dei ricavi, tra cui la remunerazione basata sulle performance relative ai miglioramenti dei servizi o all’accesso agli stessi”.17

Sogno o pseudo-utopia?

Adottare il giusto modello di urbanizzazione sostenibile è più importante che mai: da esso dipende letteralmente il futuro del pianeta. L’impegno di molte autorità a livello municipale di combattere il cambiamento climatico – anche se i governi federali non desistono sulla questione – offre speranze.

“Questo ha a che fare con la crescente autorità economica e fiscale delle città e il crescente senso di responsabilità che sindaci e autorità a livello municipale hanno assunto”, afferma Khanna. “La gente si rende sempre più conto che essere sindaco della più grande città di un paese è importante quanto essere ministro federale. Occorre anche sottolineare che le città sono le più esposte a questioni come la sostenibilità ambientale, l’edilizia abitativa e il trasporto a prezzi accessibili”.

Adottare il giusto modello di urbanizzazione sostenibile è più importante che mai: da esso dipende letteralmente il futuro del pianeta.

Al vertice internazionale sul clima del giugno 2018, il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, ha annunciato che la città si propone di ridurre le proprie emissioni a un livello netto pari a zero entro il 2050, uno degli obiettivi piú rilevanti/ al mondo. Tra le misure che Garcetti ha introdotto vi sono piani per aumentare il numero di edifici a risparmio energetico e sostituire i veicoli pubblici della città con modelli elettrici.18 Se raggiungesse questi obiettivi, il futuro di Los Angeles potrebbe sembrare molto diverso dall’agglomerato nebbioso immaginato in Blade Runner. E mentre altre città cominciano a seguire il suo esempio, potrebbe emergere un nuovo modello di metropoli del futuro: verde, sostenibile, intelligente e, soprattutto, vivibile; un sogno piuttosto che una pseudo-utopia.

Implicazioni degli investimenti delle città intelligenti

La diffusione delle nuove tecnologie urbane, alimentate dall’intelligenza artificiale e dall’Internet degli oggetti(IoT) – un’infrastruttura digitale che permette alle cose di “parlare” le une con le altre e di rispondere autonomamente ai bisogni umani – è destinata a creare opportunità per gli investitori.

Il potenziale dell’IoT di trasformare le città e migliorarne la sostenibilità ha suscitato molto clamore: accendere l’illuminazione stradale quando le persone ci camminano sotto e attivare gli irrigatori quando i giardini pubblici hanno bisogno di acqua.  Dal punto di vista degli investimenti, tuttavia, l’aspetto più interessante dell’IoT è forse il modo in cui permetterà ai produttori industriali di conservare i flussi di reddito seguenti all’atto della vendita stessa

Si prenda come esempio uno degli sviluppi più futuristici, gli ascensori intelligenti. Società come la multinazionale tedesca Thyssenkrup hanno creato ascensori collegati all’IoT che non solo si spostano su e giù tra i piani, ma lateralmente attraverso di essi, facilitando la costruzione di edifici più grandi e complessi. Anche altre aziende, come la finlandese KONE e la svizzera Schindler,  si stanno innovando grazie alla tecnologia degli ascensori intelligenti.

Gli ascensori intelligenti hanno molti vantaggi, nonda ultimo il fatto di “parlare” costantemente con i loro produttori, fornendo dati sulle prestazioni e sull’uso che possono essere un feedback per ottimizzare il flusso di persone che circola intorno a un edificio. È possibile altresì fornire dati sui tempi di riparazione degli ascensori, consentendo alle aziende di assicurarsi contratti per una “manutenzione indicativa” continuativa.

“Il problema degli ascensori è che si rompono”, afferma Giles Parkinson, Global Equities Fund Manager di Aviva Investors. “Ma un operatore di un ascensore intelligente saprà se un particolare motore ha iniziato a vibrare e saprà quando quel motore dovrà essere sostituito, entro un certo periodo di tempo, con un livello di sicurezza del 99 per cento, in modo da poter risolvere il problema prima che l’ascensore si guasti. Questo significa che gli edifici con ascensori intelligenti sono più efficienti e potrebbero richiedere affitti più elevati.”

La sicurezza è un altro settore che aumenterà grazie alla tecnologia IoT. I serramenti elettronici dotati di sistemi video e riconoscimento facciale sono ben consolidati nel mondo aziendale, ma stanno diventando sempre più comuni anche negli edifici residenziali, soprattutto in città densamente popolate e in rapida crescita dove la sicurezza è un problema.

In Corea del Sud, circa l’80% delle nuove serrature installate in immobili residenziali sono elettroniche e in Occidente, Amazon Key, un servizio che permette ai clienti di sbloccare le loro case in remoto per consentire ai corrieri di entrare e uscire per consegnare i pacchetti, sta diventando sempre piú comune. Come per gli ascensori intelligenti, i produttori di questa tecnologia possono trarre vantaggio da contratti di manutenzione e aggiornamenti software che generano ricavi.

Sulla base di questi esempi, Parkinson sostiene che le società in grado di utilizzare tecnologie intelligenti per sviluppare soluzioni specifiche ai problemi urbani saranno probabilmente i principali beneficiari, poiché l'IoT trasmette i suoi tentacoli digitali nelle città.

“Le società che forniscono la potenza bruta di calcolo su cui operano queste tecnologie, che si tratti di Watson dell’IBM o di Predix della General Electric, sono state acclamate come vincitrici Ma preferisco guardare alle aziende che saranno in grado di utilizzare queste nuove tecnologie per costruire nuovi insiemi di dati e consolidare un vantaggio competitivo”.

Riferimenti

  1. ‘Everything we’ve heard about global urbanization turns out to be wrong,’ Place, July 2018.
  2. ‘Rise of the Metropoles’, Aviva Investors, May 2018. 
  3. 'The spiky world of innovation,’ CityLab, April 2012. 
  4. ‘How the geography of startups and innovation is changing,’ HBR, November 2018. 
  5. See Haskel and Westlake, Capitalism without capital (2017).
  6. ‘How Alibaba’s City Brain is solving traffic congestion,’ The Week, January 2019.
  7. ‘The rise of urban tech,’ CityLab, July 2018. 
  8.  ‘Sidewalk Labs’ neighbourhood of the future in Toronto is getting closer,’ CityLab, November 2018.
  9. Array of Things website. 
  10. ‘Businesses push for greener buildings despite Trump rhetoric,’ Financial Times, October 2018. 
  11. ‘Sustainable stories,’ Citywire, August 2018.
  12. ‘This company wants to build a giant indoor farm next to every major city in the world,’ Vox, April 2018.
  13. ‘China’s sponge cities are turning streets green to combat flooding,’ The Guardian, December 2018. 
  14. ‘New York City is building for a future of flooding,’ MIT Technology Review, January 2017. 
  15. ‘Climate change gentrification is already changing Miami real estate values,’ CNBC, August 2018. 
  16. ‘Oil-rich Abu Dhabi’s Masdar City: green oasis or ghost town?’ SCMP, February 2018. 
  17.  ‘Funding and financing smart cities’, Deloitte, 2017
  18. Mayor Garcetti statement, lamayor.org, June 2018 

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Il nome "Aviva Investors" nel presente materiale si riferisce nel complesso all'organizzazione di imprese di gestione patrimoniale che opera sotto il nome di Aviva Investors. Ogni consociata di Aviva Investors è una controllata di Aviva plc, società finanziaria multinazionale quotata con sede nel Regno Unito.

Aviva Investors Canada, Inc (“AIC”) ha sede a Toronto e rientra nella regione nordamericana dell’organizzazione di imprese di gestione patrimoniale che opera sotto il nome di Aviva Investors. AIC è registrata presso l'Ontario Securities Commission come gestore di negoziazione di materie prime, dealer di mercato esente, gestore di portafoglio e gestore di fondi d'investimento. AIC è inoltre registrata come dealer di mercato esente e gestore di portafoglio in ogni provincia del Canada e può essere registrata anche come gestore di fondi d'investimento in alcune altre province.

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