Un’economia in lockdown ha pesanti ricadute sugli investitori nel settore immobiliare. In questa illustrazione dei dati, il nostro team di ricerca per il settore immobiliare prende in esame il rapporto tra vantaggi e rischi associati al ritorno delle aziende nelle loro sedi abituali.
Tempo di lettura: 2 minuti

I governi di tutto il mondo sono alle prese con il paradosso del Comma 22: garantire la sicurezza delle popolazioni durante una pandemia globale cercando allo stesso tempo di rimettere in carreggiata le economie dopo quella che potrebbe essere la contrazione più forte dalla Grande Depressione.1
È dimostrato che, in assenza di un piano di contenimento, un allentamento delle misure di blocco, benché minimo, accelererebbe la diffusione di COVID-19 in misura incontrollabile. In linea teorica, si potrebbero rimuovere alcune misure conservandone altre in modo da mantenere il numero di riproduzione del virus al di sotto o molto vicino a uno.
Il ritorno al "business as usual", con le aziende che operano di nuovo dalle loro sedi "normali", è una questione complessa
Il ritorno al "business as usual", con le aziende che operano di nuovo dalle loro sedi "normali", è una questione complessa che gli investitori nel settore immobiliare stanno seguendo attentamente. I gestori di portafoglio vogliono sapere quali mercati del settore immobiliare potrebbero tornare al lavoro più rapidamente per valutare la rapidità di recupero del reddito generato da attività specifiche.
A tale scopo, abbiamo creato un quadro di riferimento (figura 1) che classifica i settori industriali pertinenti per gli investitori europei nel settore immobiliare in base ai vantaggi associati al ritorno alle loro sedi di lavoro abituali (mostrati sull'asse delle x) rispetto ai rischi che ne derivano (mostrati sull'asse delle y).
Come mostra la figura 1, per i settori "di tipo utility", che sono avvantaggiati dalle infrastrutture e dagli investitori immobiliari a lungo reddito, come le società di produzione di energia elettrica, gli ospedali e le scuole, i vantaggi dell'apertura sono maggiori, mentre i rischi relativi sono più bassi. Di conseguenza, molti di essi (mostrati dai pallini verdi) sono rimasti aperti durante tutta la crisi, pertanto l'aspettativa è che, nell'ambito degli stessi settori, altre attività che hanno subito la chiusura riaprano per prime.
Figura 1: Aperte al business?

Nell'ambito delle infrastrutture, le attività dei trasporti saranno quelle per le quali la riapertura completa durante il persistere della pandemia comporterà le maggiori difficoltà. Ad esempio, per mantenere un distanziamento sociale efficace la metropolitana di Londra potrebbe operare solo al 15% della sua normale capacità, percentuale che, nel caso degli autobus, si abbasserebbe al 12%.2 Analoghi problemi si verificherebbero con i viaggi aerei.
Nel settore dei rifiuti, le autorità locali hanno inizialmente chiuso molti centri per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti domestici; tuttavia, un aumento dell'abbandono abusivo ne ha evidenziato la natura di servizio essenziale, inducendo il governo a proporne la riapertura.
I locatari immobiliari tradizionali si trovano nella parte superiore sinistra della tabella; si tratta di aziende che hanno subito pesantemente le conseguenze del lockdown, ma per le quali i rischi associati alla riapertura sono in assoluto i più elevati. In questo ambito ci sono locatari attivi nel settore della vendita al dettaglio dei beni voluttuari e dell'intrattenimento, nonché occupanti di uffici che operano nei servizi finanziari e nei media, tutti con esigenze operative elevate. Per la società i vantaggi associati alla riapertura di questi siti sono bassi nel breve termine considerate le possibilità di acquistare online o di lavorare in remoto.
Le prospettive sono migliori per le aziende di logistica e di produzione di beni di prima necessità. Sebbene i locatari possano essere interessati dall'interruzione delle catene di fornitura globali e dei mercati del lavoro, durante questo periodo di isolamento sociale forzato le persone dipendono in misura maggiore dal commercio elettronico. Questa tendenza, che al momento è di supporto al settore, probabilmente proseguirà a lungo anche dopo il termine della pandemia di COVID-19.
Condividi questa pagina