Gli investitori stanno analizzando i report sugli utili aziendali, ma è fondamentale guardare oltre i dati trimestrali per stimare il valore nel lungo termine.

Nel loro nuovo libro, Radical Uncertainty, gli economisti John Kay e Mervyn King sostengono che nel bel mezzo di una crisi, i decision-maker dovrebbero fare un passo indietro e chiedersi: "Cosa sta realmente accadendo?”. Questa domanda, apparentemente scontata, può fornire informazioni utili sulle dinamiche attuali, nonché sulle implicazioni a lungo termine dei trend in corso.
Si tratta di un consiglio particolarmente utile per gli investitori azionari, nel momento in cui le aziende pubblicano i risultati finanziari del secondo trimestre. Dopo mesi di turbolenze, infatti, la foschia sta sparendo, mettendo in luce i danni causati dal crollo dell'attività economica dovuto al lockdown.
Il data provider Refinitiv stima che gli utili del secondo trimestre dell'Indice S&P 500 siano scesi in media del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019; questo dato rappresenterebbe la peggiore performance trimestrale dalla fine del 20081. Il quadro è ancora più cupo in Europa, dove si prevede che gli utili delle società quotate sull'Indice paneuropeo STOXX 600 siano scesi anche del 60% tra aprile e giugno2.
I report sugli utili forniscono una preziosa istantanea della performance aziendale, sebbene alcune metriche siano più rilevanti di altre. Nel leggerli, gli investitori dovrebbero anche riconoscere le condizioni in cui sono stati pubblicati. Nel contesto attuale è bene prestare particolare attenzione alla leva operativa delle aziende e allo stato dei loro bilanci, soprattutto laddove vi sia un rischio che i covenant sul debito siano attivati da un ulteriore calo dei ricavi, costringendo le aziende ad aumentare il capitale proprio. Allo stesso tempo, è importante non farsi distrarre troppo dai dati a breve termine, per quanto i numeri sembrino pessimi. Il fattore chiave per investimenti sostenibili consiste nel contestualizzare tali dati e trarre le giuste conclusioni su temi e trend più ampi.
Quindi, per rispondere alla domanda proposta da Kay e King, cosa sta accadendo? Una particolarità dell'attuale crisi è data dal fatto che alcune buone aziende hanno subito un forte calo dei ricavi a causa delle misure di lockdown, nonostante abbiano bilanci sostanzialmente sani e modelli di business sostenibili. Presi singolarmente, quindi, gli utili trimestrali rischiano di creare un'impressione fuorviante delle prospettive di queste imprese.
Prendiamo i produttori di dispositivi medici. Al culmine della pandemia, la maggior parte degli ospedali ha rinviato operazioni non urgenti come quelle alle protesi all'anca e al ginocchio, per concentrarsi sul trattamento dei pazienti affetti da COVID-19, danneggiando i ricavi delle aziende che realizzano tali dispositivi medici. Ma tali attività riprenderanno senza dubbio man mano che la crisi si attenuerà, per via dell'aumento della domanda dovuta a interventi non realizzati.
Gli investitori dovrebbero essere alla ricerca di buone società le cui quotazioni azionarie hanno sofferto eccessivamente a causa di vendite in preda al panico, a seguito di una cattiva performance di un solo trimestre dovuta ad un evento transitorio.
Tuttavia, mentre in alcuni settori vi sarà un ritorno alla normalità, il coronavirus porterà cambiamenti profondi e duraturi in altri, come per le aziende che dipendono dalla presenza dei clienti in locali di prossimità al coperto (pub, ristoranti, cinema e sale da concerto) e che si trovano ad affrontare un futuro incerto. In questo contesto, è errato chiedersi se di recente le entrate siano diminuite del 60% o del 90%; la domanda corretta da porsi è se, nel lungo termine, la gente sarà meno propensa ad andare in questi luoghi e, in caso affermativo, in che percentuale.
Di contro, le aziende tecnologiche stanno registrando profitti notevoli, beneficiando dell'aumento della domanda di servizi di videoconferenze, shopping online e streaming durante la pandemia. Microsoft e Ocado sono tra quelle che hanno registrato un notevole aumento dei ricavi nel secondo trimestre. Mentre le recessioni tradizionali tendono a erodere il valore in generale, l'attuale crisi si è rivelata un’opportunità senza precedenti per alcune società del settore tecnologico: ad esempio, il Nasdaq Composite Index, focalizzato sulla tecnologia, da inizio anno al 24 luglio è salito del 15,5%; l'S&P 500 è invece sceso dello 0,5% nello stesso periodo3.
La crescita dei titoli tech sembra essere una risposta giustificata a modelli sostenibili di domanda, in cui lo smart working e l'e-commerce probabilmente diventeranno una parte predominante della nostra vita, sulla scia lasciata dal COVID-19. Tuttavia, non tutte le aziende del settore “meritano” i prezzi inflazionati delle loro azioni e gli investitori devono essere accorti, se vogliono trovare un valore reale. La questione principale è la misura in cui i nuovi modelli comportamentali diventano abitudini radicate, e quanta parte della clientela appena acquisita può essere mantenuta.
Nei periodi di volatilità di mercato può essere difficile fare un passo indietro e concentrarsi sul contesto complessivo. Gli psicologi hanno dimostrato che i pregiudizi comportamentali come la visione a breve termine e l'avversione alle perdite - un fenomeno che porta gli investitori a vendere più facilmente attività il cui valore cresce, rispetto a quelle il cui valore cala - sono driver significativi del prezzo di mercato in momenti come questo. Ma gli investitori che riescono a mantenere la calma e a valutare ciò che accade realmente dietro i numeri possono trovare opportunità interessanti.