Leggi questo articolo per capire:
- Perché il capitale naturale è importante
- Perché il cambiamento climatico e la biodiversità devono essere affrontati di pari passo
- I rischi di esaurimento delle risorse naturali e opportunità di investimento derivanti dal ripensare i rapporti con il mondo naturale
La terra ha bisogno di diversità per mantenere equilibri complessi. Eppure le specie stanno morendo a un ritmo allarmante,1 minando milioni di anni di ricerca e sviluppo evolutivi.
“Queste estinzioni di massa sono per lo più attribuite all’esplosione della popolazione umana e all’uso intensivo del capitale naturale – lo stock di beni, tra cui gli esseri viventi, la geologia, il suolo, l’acqua e l’aria – attraverso l’industrializzazione nel secolo scorso. Lo sfruttamento della natura ha alimentato la crescita del PIL globale, ma porterà a effetti economici dannosi nel lungo termine”.
La terra ha bisogno di vermi che vivono nelle rane.. Ha bisogno di batteri nel suolo per pulire l'acqua,2 di piante per alimentare e sequestrare il carbonio, di insetti impollinatori per far sì che i frutti si possano riprodurre, di uccelli per disperdere semi e di animali predatori per avere equilibrio nella catena alimentare. La natura fornisce anche un altro importante servizio – sollievo psicologico, ha un effetto calmante in questi tempi frenetici.
Il mondo naturale produce un'abbondanza di piante con proprietà medicinali. E fa da dispensa, fabbrica di energia, torre dell'acqua, unità di condizionamento dell'aria, produttore di fertilizzanti e pesticidi, fornitore di servizi di pulizia e riciclaggio e offre il controllo delle alluvioni. Essa sostiene direttamente miliardi di persone, che vivono sulla terra ferma e altri tre miliardi circa dipendono dal pesce selvatico e di allevamento come fonte primaria di proteine3. Viene sempre più utilizzata per l'ispirazione progettuale, nella biomimetica, per alimentare progetti di ricerca, quando l'immaginazione umana non riesce.
Ma al di fuori delle società tradizionali, questi servizi ecosistemici – benefici dal mondo naturale – sono stati sottovalutati e poco apprezzati.
Figura 1: Che cosa la natura fornisce

Fonte: Aviva Investors, maggio 2022
Il ruolo della natura nell’economia
L'errore di non vedere le società umane come parte del mondo naturale o di non calcolare i danni derivanti dalle azioni umane sta diventando sempre più evidente. “Purtroppo, la natura è al momento alla mercé di ogni sfruttamento,” afferma Eugenie Mathieu, analista di impatto senior e responsabile della Terra della strategia Natural Capital Transition di Aviva Investors. “Disboscare la foresta vergine per ricavarne nuovi terreni agricoli o rilasciare emissioni contaminanti nei fiumi locali è essenzialmente gratuito”.
Questo mancato calcolo dei costi dello sfruttamento naturale ha contribuito a creare un mondo in cui gli esseri umani utilizzano troppe risorse per costruire e produrre (vedere Figura 2) e stanno creando montagne di rifiuti – con conseguenze a lungo termine.
“Si tratta di un circolo vizioso”, afferma David Craig, fondatore ed ex amministratore delegato di Refinitiv, uno dei maggiori fornitori di dati sui mercati finanziari al mondo e co-presidente della Taskforce on Nature-Related Financial Disclosures (TNFD), il gruppo che lavora su un quadro per la gestione e la segnalazione dei rischi legati alla natura.
“Il degrado della natura sta creando un rischio sostanziale per l’economia globale, perché si fa molto poco senza le risorse naturali. Ma il cambiamento climatico è un'altra causa di degrado naturale e ciò sta influendo sulle risorse naturali che sosterranno e assorbiranno il carbonio, influenzando l’erba di mare, le scogliere oceaniche, le foreste, le savane e così via.”
Ma la situazione sta cambiando. Il COVID-19, un probabile disastro legato alle condizioni naturali, è stato solo l’ultimo di una lunga serie di eventi drammatici. Tre miliardi di animali sono stati uccisi o sfollati in Australia nel 2019 e nel 20205, una dimensione così grande è difficile da comprendere. Anche i costi umani sono stati enormi; secondo stime recenti le perdite sono state superiori a $1,4 miliardi.6
Ricerca di metriche: questioni locali, problemi globali
La situazione sta diventando sempre più urgente, perché “le persone hanno iniziato a notare il quantum del rischio”, afferma Craig. Craig sottolinea gli stress test effettuati dalle banche centrali in Brasile, Paesi Bassi e Francia, che hanno svelato alcune cifre sorprendenti.
Non è stato raggiunto un accordo su metriche standardizzate per fotografare lo stato del pianeta
“Lo studio francese ha rilevato che il 40-50% dei prestiti bancari sono esposti alla natura”, afferma. “Questo è notevole, soprattutto se lo associamo alla portata del degrado ambientale. Se cominciate a mettere insieme i fattori, significa passare da “prendiamoci cura dei panda” a una seria valutazione del rischio economico e della realtà”.
Ma non è stato raggiunto un accordo su metriche standardizzate per fotografare lo stato del pianeta, con l’obiettivo di gestire risultati migliori per tutti.
"I fattori sono contestualmente sensibili all'ubicazione e al settore; è importante dove ci si trova", afferma Craig. "Non esiste un singolo numero per cogliere questa complessità, anche se potrebbe esserci un insieme di numeri per farlo. L'uso dell'acqua è quantificabile, così come l'uso del territorio, poi c'è il criterio STAR (Species Threat Abatement and Restoration) per la biodiversità, e stanno emergendo altri parametri. Arriveremo a una serie di numeri, ma non sarà mai così semplice come per il clima”.
Verso un quadro comune natura-rischio
Nel frattempo, la TNFD – co-diretta da Elizabeth Maruma Mrema, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, e Craig – sta tentando di accelerare un accordo su un quadro per la contabilizzazione dei rischi legati alla natura, in modo che le aziende possano incorporare una visione dei beni naturali nei loro bilanci.
Aiutare le organizzazioni a concentrarsi sul modo in cui il cambiamento delle condizioni nel mondo naturale potrebbe influire sulle loro performance finanziarie
La speranza è che ciò incoraggi la coerenza, aiutando le organizzazioni a concentrarsi sul modo in cui il cambiamento delle condizioni nel mondo naturale potrebbe influire sulle loro performance finanziarie e su ciò che potrebbe accadere negli scenari futuri, con l'obiettivo di incanalare gli investimenti verso risultati più sostenibili.
I primi lavori dei membri della TNFD si basano sui quattro pilastri (governance, strategia, gestione dei rischi, metriche e obiettivi) già stabiliti dalla Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD). La TNFD ha rilasciato le sue proposte iniziali nel marzo 2022, che saranno perfezionate nel corso del 2022 e nel 2023.
Perché gli investitori devono comprendere meglio le vulnerabilità dell'ecosistema
Non è un esercizio concettuale: il rischio per la natura è rilevante ed elevato, già adesso. Nella pesca giapponese, ad esempio, il pescato è in calo da oltre 15 anni.7
Al di fuori della pesca e dell’agricoltura, molte altre aziende sono esposte a un calo delle forniture idriche, in quanto la percentuale del pianeta colpita dalla siccità è più che raddoppiata negli ultimi 40 anni.8 Una recente analisi suggerisce che alcune aziende agroalimentari e di prodotti di consumo potrebbero essere soggette a significativi guadagni (40 per cento più di utili al lordo delle imposte) dalla scarsità d'acqua.9 Altri effetti sui guadagni potrebbero riguardare le aziende che utilizzano i corsi d’acqua per il trasporto; pensate a come i bassi livelli di acqua nel Reno hanno costretto il produttore di prodotti chimici BASF a chiudere alcuni impianti nel 2018 quando non è stato in grado di ottenere le materie prime di cui aveva bisogno.10
Ci sono opportunità per le aziende per sviluppare idee nel segno di una economia circolare
Se la scarsità di acqua diventa ancora di più un problema, è ragionevole aspettarsi che i responsabili dell’inquinamento si troveranno ancora di più nel mirino, rischiando multe e processi giudiziari.
Il lato più positivo della medaglia è rappresentato dalle opportunità per le aziende di sviluppare idee nel segno di una economia circolare, sviluppare tecnologie per utilizzare le risorse in modo più parsimonioso, elaborare soluzioni rispettose della natura e puntare allo sviluppo sostenibile. Si tratta di aree di crescita che vengono esplorate da ricercatori, imprenditori e investitori.
“Gli investitori possono anche allocare capitale ai leader della transizione nei rispettivi settori – aziende che si muovono nella giusta direzione in termini di gestione del capitale naturale e del rischio ambientale – e impegnarsi con loro per muoversi sempre più avanti e più velocemente”, afferma Zhuang. “Le aziende che fanno la cosa giusta ora, dovrebbero archiviare prestazioni superiori nel lungo periodo, misurate sia dai rendimenti finanziari che dal loro impatto sulla natura”.
Ci sono opportunità specifiche nella produzione agroalimentare, una delle aree più responsabili delle emissioni di carbonio e metano, della perdita di biodiversità, dell'esaurimento del suolo e dell'uso intensivo di acqua. Un'altra priorità è la riduzione degli sprechi alimentari. Prestando maggiormente attenzione al monitoraggio degli ecosistemi, ci potrebbe essere un impatto positivo sui guadagni delle imprese che migliorano la gestione della biodiversità e dei rischi ambientali.
Misurazione e confronto del rischio naturale: Il punto di vista di un gestore di portafoglio
“Un singolo dato sulle emissioni di gas serra può mostrare differenze significative tra le aziende in diversi settori, ma con la biodiversità, ogni settore ha impatti molto diversi che non sono facilmente misurabili o comparabili.
Gli investitori devono farsi un’idea dei rischi rilevanti su base settoriale, utilizzando dati provenienti da diverse fonti. Gruppi indipendenti o senza scopo di lucro, come la World Benchmarking Alliance, CDP, Forest 500, il Sustainability Policy Transparency Toolkit della Zoological Society di Londra, la Farm Animal Investment Risk and Return Initiative e il Fashion Transparency Index hanno tutti condotto ricerche sugli impatti della biodiversità specifici per settore.
Un altro strumento utile è il parametro ENCORE (Exploring Natural Capital Opportunities, Risks and Exposure), sviluppato dalla Natural Capital Finance Alliance in collaborazione con il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, che valuta l'impatto di 177 settori su 11 aspetti della natura, tra cui l'inquinamento del suolo e dell'acqua, i disturbi dell'ecosistema e le emissioni di gas serra.
Julie Zhuang
Portfolio Manager, strategia Natural Capital Transition di Aviva Investors