• Economic Research

Europa unita

Dalla discordia all’armonia?

La politica globale è in continua evoluzione. L’Europa riuscirà a unirsi e trovare un posto per sé sulla scena internazionale oppure finirà per essere un giocatore passivo in balia di forze maggiori?

Mentre il mondo comincia a pensare alla ricostruzione post-pandemia, l’Unione europea è in un momento decisivo per il suo futuro. Il modo in cui si unirà – o non si unirà – per decidere in merito alle sue ambizioni e a come realizzarle delineerà la geopolitica del continente e mondiale per i decenni a venire.

In questo articolo esamineremo i passaggi che l’area sta compiendo per raggiungere unità e cooperazione maggiori, come l’UE potrebbe essere influenzata dalle minacce al multilateralismo e perché usare il suo “potere persuasivo” potrebbe consentire all’Europa di emergere come leader globale. 

Verso un’unione più completa?

Due questioni chiave da considerare sono la disuguaglianza e l’ambiente.

“Mentre guardiamo avanti, affrontando il COVID-19 ma anche credendo che ci sarà un mondo post-COVID, l’Europa si è data molto da fare per sottolineare che la ricostruzione deve considerare l’agenda verde e guardare in modo nuovo alla disuguaglianza”, afferma Stewart Robertson, Senior economist di Aviva Investors.1

L’impatto sproporzionato del COVID-19 sui più vulnerabili ha aumentato l’urgenza di agire, ma ha anche sottolineato che un ritiro prematuro del sostegno fiscale da parte dei governi dei singoli Stati membri potrebbe essere uno dei maggiori pericoli per la ripresa.

“Una delle vittime del COVID-19 è il Patto europeo di stabilità e crescita, che in passato prevedeva il 60% del debito, il 3% del disavanzo di bilancio. L’UE potrebbe rivedere alcune regole fiscali in futuro, ma sarei molto sorpreso se ritornassimo a qualcosa che assomigli anche lontanamente a questo”, aggiunge Robertson.

Impegno monetario e fiscale 

Alla base di questi sforzi vi è il recovery fund per la pandemia da 750 miliardi di euro “Next Generation EU”, concordato nel luglio 2020. Anche se non è necessariamente un momento “Hamiltoniano”, il fondo è un segnale chiave di una maggiore integrazione.

“Sebbene i dettagli debbano ancora essere definiti, questo risultato e questo sforzo collegiale non dovrebbero essere sottovalutati perché la loro esistenza indica un senso di unità e una visione del futuro caratterizzata da ulteriore integrazione”, afferma Giovanna De Maio, non-resident fellow presso il Brookings Institution’s Center for The United States and Europe.

Nei prossimi anni assisteremo probabilmente a un sostegno fiscale e monetario continuo, che dovrebbe essere possibile se, come previsto, i tassi di interesse rimarranno bassi; la Banca centrale europea (BCE) ha già affermato che manterrà una politica monetaria accomodante per tutto il tempo necessario.

“Concretamente, la banca consentirà il verificarsi dell’inflazione più che in passato. Ciò significa che i tassi di interesse possono rimanere più bassi per un periodo più lungo. La speranza è che ciò consentirà alla parte più a lungo termine della curva di rendimento di rimanere bassa, mantenendo i finanziamenti accessibili”, spiega Robertson. 2

È il momento dell’ottimismo?

Una cooperazione più stretta e un sostegno politico continuo dovrebbero essere buone notizie per gli investitori, soprattutto per coloro che da tempo sottoponderano la regione.

“Nonostante le importanti sfide affrontate attualmente, gli Stati membri riconoscono sempre più che queste sarebbero di gran lunga maggiori se l’UE non esistesse”, afferma Sunil Krishnan, Head of multi-asset funds di Aviva Investors.

“Oltre alla maggiore volontà dell’UE di condividere l’onere fiscale e di valutare una maggiore integrazione, tutti questi elementi rappresentano enormi differenze rispetto a come abbiamo guardato all’Europa negli ultimi 10 o 15 anni. È un cambiamento che deve portare a cercare opportunità in Europa piuttosto che decidere cosa evitare o dove andare corti”, aggiunge.

De Maio, dal canto suo, vede opportunità di progresso in campo politico e ritiene che il COVID-19 sia stato un punto di svolta per l’Europa. A livello nazionale, ha innescato un più ampio sostegno ai leader al potere. A livello internazionale, la mancanza di leadership degli Stati Uniti ha portato i paesi dell’UE ad adottare iniziative indipendenti per la gestione della pandemia, offrendo al contempo aiuto ad altri paesi in difficoltà.3

Il multilateralismo resta in pericolo

Sulla scena mondiale, tuttavia, l’Europa rimane intrappolata nel mezzo di giochi di potere nazionalisti che potrebbero minarne la coesione.

“Sia che si tratti della Russia in relazione alla periferia orientale dell’UE o del Regno Unito intento a cercare di negoziare l’accordo migliore per la Brexit, diversi attori stanno cercando di allontanare gli Stati membri l’uno dall’altro e ostacolare risposte coordinate”, afferma Krishnan. “Allo stesso modo, nella disputa sull’uso della tecnologia Huawei nel 5G, gli Stati Uniti e la Cina non hanno fatto pressioni sull’UE per una risposta coordinata, ma hanno fatto pressioni sui singoli paesi affinché agissero”.

La politica nazionalista sta destabilizzando non solo la coesione dell’UE, ma l’ordine multilaterale più ampio su cui si fonda il blocco.4 Stephen King, Senior economic adviser di HSBC Holdings e Specialist adviser per l’House of Commons Treasury Committee dal 2015 al 2017, afferma che quando le istituzioni che difendono standard comuni sono sotto pressione, le regole del gioco iniziano a crollare e la globalizzazione arretra.5

“L’umanità ha dimostrato più volte di essere più che capace, qualunque sia la tecnologia, di costruire muri, confini e barriere. Forse stiamo attraversando di nuovo questo processo”, afferma.

Per resistere a queste forze centrifughe, l’UE deve intensificare la cooperazione in materia di difesa e diplomazia, sviluppando approcci credibili nella gestione dei rapporti con Stati Uniti, Cina e Russia, differenziando la sua risposta ma restando ferma nel difendere principi multilaterali, nonché i valori e gli interessi dell’UE.6

Costruire un nuovo futuro

Per uno strano scherzo del destino, le forze nazionaliste che tentano di minare la coesione europea potrebbero aiutarla a guadagnare più influenza a livello globale. Da un lato, sebbene la Cina sia stata efficace nel proiettare un “potere forte”, alcune delle sue iniziative diplomatiche hanno avuto meno successo. D’altro canto, il “potere persuasivo” dell’America è diminuito poiché non ha mostrato disponibilità a collaborare con le organizzazioni multinazionali (anche se il presidente eletto Joe Biden ha dichiarato il suo sostegno a istituzioni come la NATO, che il presidente Trump ha spesso criticato).

L’UE potrebbe fungere da arbitro tra le due superpotenze, non solo in materia commerciale, ma anche ideologica. In difesa dell’ordine globale multilaterale basato su regole, potrebbe contribuire a ripristinare la capacità di organismi come l’Organizzazione mondiale del commercio di risolvere le controversie e incoraggiare la cooperazione internazionale.7

La politica e la regolamentazione sul clima sono ottimi esempi di situazioni in cui l’Europa può utilizzare il suo potere persuasivo e fungere da guida. Le politiche ambientali potrebbero persino spingere la regione a guidare la leadership tecnologica.

“Ci sono già aziende leader nel settore della tecnologia verde in Europa e ce ne saranno ancora di più. La regione è in grado di creare un ambiente fertile per una gamma più ampia di tecnologie? Domanda interessante e credo che gli investitori che la terranno d’occhio saranno ricompensati”, afferma Krishnan.

Sia che emergano innovazioni future nell’UE o che continuino a provenire da Stati Uniti e Cina, l’Europa ha già assunto un ruolo guida nella regolamentazione con norme come il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che ha fissato lo standard per la privacy dei dati.8

Tuttavia, prima di poter consolidare la propria posizione, l’UE deve riflettere attentamente su come e dove investire per realizzare l’economia verde e inclusiva immaginata dopo il COVID-19 e per mantenere la crescita nonostante l’invecchiamento della popolazione.9

“La vera domanda per il futuro sarà come questo obiettivo sarà raggiunto; questo è forse ancora più importante quando si passa dall’istruzione alla spesa per le infrastrutture e alla ricerca e sviluppo”, afferma Krishnan. “La maggior parte delle evidenze suggerisce che, quanto più si localizzano le decisioni, migliori queste tendono ad essere. Ciò non dovrebbe iniziare e terminare con la pandemia, ma applicarsi a una gamma molto più ampia di politiche. Forse ora creeremo il dialogo e le strutture per permettere che ciò accada”.

L’Europa come potenza globale

L’Europa non è stata creata per adottare una politica di potere, ma per abolirla; eppure ora è in una posizione unica per usare la sua influenza per disinnescare tensioni esistenti e, alla fine, costruire un nuovo ordine basato su regole, più equo e più verde.

La questione non è il potere dell’Europa, ma se gli Stati membri saranno disposti a esercitare tale potere congiuntamente per creare nuove possibilità per un futuro più aperto.

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